Amarone della Valpolicella Classico Anno 2018 – Cantina Cà Matta

48,00

COD: 9e6b28b12b54-2 Categoria:
Alcol:
Passaggio in legno:
Regione:
Momento per degustarlo:
Formato:
Temperatura di servizio:

Descrizione

Caratteristiche

Colore rosso molto intenso, Al naso profumazione complessa con note speziate e sentori di liquirizia pepe cacao e pietra focaia.
In bocca sapore morbido e vellutato, ricco di corpo con un tannino delicato

Cantina

La storia della cantina Ca’ Matta nasce tanti anni fa, quando nel 2007 nonno Gianni è morto e mi sono ritrovato a dover prendere la decisione di subentrare nella cura dei campi e prendere completamente su di me la responsabilità dell’azienda agricola che lui aveva creato in una vita di lavoro. Ho avuto la fortuna di nascere in una delle zone agricole più belle e più vocate al mondo per la viticoltura, quindi la decisione non è stata complicata, anche se ha richiesto un pizzico di incoscienza. La passione per la terra e la vocazione per l’agricoltura, insieme ai molti anni di lavoro in azienda a fianco del nonno, mi hanno portato a fare di quello che prima era un hobby e un lavoretto pomeridiano un progetto a lungo termine e ad aprire la mia azienda agricola.
Pensandoci bene però la storia della cantina Ca’ Matta nasce ancora prima…

I miei genitori, pur avendo entrambi un’altra occupazione a tempo pieno, nel tempo libero aiutavano i miei nonni nei lavori agricoli in tempo di raccolta. La vendemmia, la raccolta delle ciliegie e delle olive sono sempre stati un momento di famiglia e di condivisione del lavoro, con zie, zii e cugini a darsi da fare nei campi. Fin da piccolo quindi frequentavo già la campagna, giocavo tra le cassette della frutta e seguivo il nonno come un’ombra tra i filari di vigne. Il legame con il nonno è sempre stato particolarmente forte ed è stato lui a trasmettermi la passione per l’agricoltura e la terra.

Spinto da questa passione e dall’intraprendenza, e con il desiderio di riuscire a comperarmi la prima macchina ai 18 anni, ho deciso che il lavoro con il nonno poteva farmi guadagnare i primi stipendi e ho iniziato a spendere con lui la maggior parte dei pomeriggi dopo la scuola. Nei periodi particolarmente intensi di raccolta avrei voluto aiutare di più e ricordo i litigi con mia madre per saltare la scuola ed andare nei campi. Ovviamente ha sempre vinto lei…

Nel 2006, finita la scuola, avrei voluto iniziare a tempo pieno l’attività di imprenditore agricolo. La vocazione era già chiara. I terreni in Valpolicella sono però proibitivamente costosi e diventare indipendente già a 19 anni era praticamente impossibile. Ho quindi continuato a lavorare nell’azienda del nonno come dipendente, continuando a coltivare il sogno di un’azieda tutta mia. E sfruttando l’opportunità di continuare a studiare iscrivendomi alla facoltà di scienza e tecnologie agrarie a Padova, coniugando così la passione per la campagna con una voglia di evoluzione e di scoperta. La mia tesi di laurea triennale è diventata l’occasione di sperimentare nei campi e analizzare la produttività di diversi tipi di metodi di allevamento della vigna. Quella tesi è stata dedicata al nonno. Si, perché , nel giugno del 2007, in piena stagione, il nonno è venuto a mancare improvvisamente. Per un anno l’azienda è stata gestita dalla nonna. Durante l’anno successivo la famiglia ha dovuto gestire la burocrazia di una successione ereditaria tra le quattro figlie del nonno, mia mamma e le mie zie, e prendere delle decisioni sul futuro dell’azienda. E’ stato un tempo di riflessione per me e alla fine, a marzo del 2008, ho deciso di raccogliere quell’opportunità e accettare quella responsabilità. Ho quindi espresso la volontà di affittare i terreni delle zie e della mamma per intraprendere finalmente quel sogno che coltivavo fin da piccolo e che avevo temporaneamente chiuso in un cassetto. E’ nata così l’azienda agricola Lonardi Alessandro.

Nei dieci anni successivi il lavoro è stato duro. L’azienda del nonno aveva bisogno di ammodernamento e andava sistemata da un punto di vista strutturale, così come molti degli strumenti
di lavoro avevano bisogno di essere rispolverati e aggiornati. Alcuni vigneti andavano estirpati, alcuni campi ripiantati, diversi muri in sasso che erano stati abbandonati per molti anni dal nonno ormai anziano andavano ricostruiti. Ho anche acquistato nuovi terreni e costruito la mia casa, appropriandomi così completamente della mia indipendenza, sia personale che lavorativa, e facendo quell’azienda completamente mia. Stanco dei continui interventi chimici necessari nell’agricoltura tradizionale, che però andavano a snaturare la mia missione e che rendevano spiacevole il mio stare in campagna, ho iniziato a sperimentare. Inizialmente ho aderito ad un progetto per l’introduzione di pratiche di “confusione sessuale” come metodo di controllo dei parassiti. Dal 2016 ho iniziato un processo di conversione al biologico durato tre anni. Dal 2019 quindi la certificazione biologica dell’azienda e di tutto ciò che
produco è stata riconosciuta ufficialmente, dopo anni di costante impegno e fiducia verso i tecnici che mi hanno seguito, in particolare grazie all’aiuto dell’agronomo Egon Giovannini. Durante tutto questo tempo ho cercato di evolvermi, ad esempio seguendo diversi corsi per imparare nuove tecniche di potatura, e ad oggi cerco continuamente di portare novità e sperimentazione nel mio lavoro, con un costante impegno volto al miglioramento tecnologico in campagna, pur mantenendo quel legame con la tradizione e con la terra insegnatami dal nonno.
La sperimentazione più ovvia è stata iniziare a tenere in casa parte dell’uva prodotta e provare a portarla allo stadio successivo, il vino. La nuova casa è diventata il laboratorio perfetto per provare ad esprimere in questo modo il frutto di una terra meravigliosa, quale è la Valpolicella, e del lavoro delle persone che ci vivono, in particolare attraverso l’arte del vignaioli. Visti i risultati che stavo trovando in bottiglia in alcuni esperimenti che stavo portando avanti con il mio amico e attuale enologo Edoardo Bertolazzi, è iniziata la mia sfida più grande: ho deciso che dalla vendemmia 2018 tutta l’uva prodotta dalla mia azienda doveva essere trasformata in vino da me personalmente. Erano molti anni che covavo il desiderio di mettere in bottiglia il vino che producevo …e così è nata in un momento di semplice pazzia la cantina Cà Matta.

Matta, sempre in movimento, senza una meta ben precisa e con un pizzico di irrazionalità, stravaganza e incoscienza, come quel desiderio irrazionale e a volte un po’ incosciente di movimento
ed evoluzione che ho portato avanti e che mi ha portato avanti nella mia storia di vita. Matta, con un’eterna voglia di ricerca e allo stesso tempo di ribellione verso i canoni prestabiliti,
sempre in evoluzione, usando l’istinto e l’ingenuità, come le forze che mi hanno spinto nelle decisioni prese per la mia azienda. Matta come una prova difficile che, se superata in maniera positiva, porta ad un processo di maturazione, una questione che per essere risolta ha bisogno di prese di responsabilità e di forte intuizione, un pizzico di ribellione e tanta meraviglia. Come quello che questa cantina rappresenta per me.

Matta, come me.

Cantina Ca´Matta | BIO | Veneto - Vinothek Weinstoeckl

Abbinamento

Ottimo con tagliate di manzo e cacciagione.
Può essere considerato semplicemente un vino da “meditazione”.

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