Il vino è la parte intellettuale del pranzo

Ma quando si beve, il pensiero va sempre abbinato al piacere. Perciò occorre semplificare il linguaggio.

“I sommelier usano diffusamente termini come “morbidezza, freschezza, equilibrio” ma queste espressioni vengono adeguatamente comprese dai consumatori, soprattutto da quelli meno esperti? E inoltre, terminologia a parte, come si fa a essere sicuri che il vino presentato incontri i gusti del possibile acquirente? Sandrine Goeyvaerts”

Lo scopo della semplificazione del linguaggio e una comunicazione ricca e fruibile per poter invitare più persone nel mondo del vino.

Aprire il mondo del vino a quante più persone possibile, perché è un mondo così brillante che è un peccato privarne un numero grandissimo.

In una jungla di prodotti, in questo momento dove la comunicazione e le informazioni riguardo il vino, devono essere chiare e inclusive, la ricerca relativa alla comunicazione del vino si pone obiettivi che permettano a colui che beve e degusta il vino di avere un miglior supporto da parte dei produttori, dei sommeliers e dei venditori.

L’attività di comunicazione ai clienti finali, oltre al linguaggio, prevede anche un racconto più approfondito della storia del brand, dei vini e del territorio.

Ricci Curbastro, il museo del vino. Un tempio della comunicazione del vino.

La personalizzazione è come un abito su misura, pertanto si inizierà dal comprendere i diversi vini più piacevoli, per soggetti diversi.

Ma anche vini differenti per lo stesso soggetto in occasioni varie delle proprie giornate. Dal consumo quotidiano, a quello nel proprio locale da aperitivo, ristorante preferito o quando si ricevono ospiti nella propria casa. Lo scopo è di bere bene e per bere sempre meglio, una sapiente opera di cuore e cervello, di ragione e passione.

Diventa prioritario che gli attori coinvolti, da chi propone il vino a chi lo acquista, in questo intrigante percorso attraverso le strade del dono di Bacco,  “sintonizzino” il loro linguaggio.

Per questo motivo, negli scorsi anni, lo stesso gruppo di ricerca dell’Università di Verona ha condotto diversi studi che hanno consentito di individuare i descrittori più utilizzati per raccontare le proprietà sensoriali di un panel di vini veneti e di determinare come e quanto questi termini vengano compresi dai non esperti.

Il vino diventa amplificatore di un’esperienza culinaria e momento di convivialità. Si beve, quindi, per stare meglio, non per ubriacarsi. L’importante, anche in questo caso, è comunicare con semplicictà.

Si apre la via per una scelta del vino consapevole che permette di parlarne senza troppi blocchi e dubbi. Finalmente sarà più semplice sceglierlo e gustarlo, per sé e in compagnia.

Sabrina Baracchi

Fonte : Areni Global in Comunication e AIS Lights, Ricci Curbastro, Gambero Rosso

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