ALESSIO BRANDOLINI BRUT NATURE LUOGO D’AGOSTO METODO CLASSICO

22,90

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Descrizione

Giallo paglierino vivace e luminoso, effervescenza fine. Naso complesso, da note balsamiche, tra menta , agrumi e arancia bionda. Poi caramello, nocciole tostate,  pasticceria . Tocchi di meringa  , alimentata da cenni di frutta secca, agrumi canditi, amaretto, note di zenzero. Al sorso freschezza, sapidità e persistenza, con effervescenza delicata. Si allunga con una piacevole sensazione di zenzero disidratato e frutta secca.

Le uve, 100% Pinot nero, vengono raccolte in cassetta da 18 kg e viene tenuta solo la prima spremitura. Il vino rimane sulle fecce fini fino al momento del tiraggio. 38 mesi sui lieviti, un anno dalla sboccatura, 1,5 g/l zuccheri residui, 12,7% vol. utilizzare lieviti indigeni per la prima fermentazione, successivi bâtonnage per dare struttura, mosto d’uva per la presa di spuma, e infine un lievito selezionato a Épernay per la creazione del pied de cuvèe.

L’AZIENDA

Tutto ha avuto inizio con Carlo Brandolini, che nell’anno 1873 avvia l’omonima azienda agricola a San Damiano al Colle, Oltrepò Pavese orientale, une delle zone più vocate per la coltivazione della vitis vinifera. L’attuale titolare Alessio, enologo, con alle spalle varie esperienze formative (in Italia nella zona del Chianti Rùfina e in Piemonte, all’estero in Borgogna e a Bordeaux), Alessio Brandolini ci parlato dei suoi prodotti con carismatica “semplicità”. Vini che piacciono fin dal primo sorso, di moderna finezza e linearità di forma; un risultato dovuto alla zonazione e alle caratteristiche del terreno, di matrice calcareo-sabbiosa nella zona centrale e prevalentemente argillosa nella parte più alta.

IN VIGNA non vengono utilizzati concimi di sintesi; alta densità d’impianto: alto numero di ceppi per ettaro in modo da aumentare la competizione tra i ceppi e ridurre la quantità di uva per pianta (con conseguente maggiore concentrazione di polifenoli e zuccheri); diradamento: viene eliminata una parte del raccolto in modo da diminuire la produzione per ceppo; inerbimento permanente: aumenta la competizione tra il manto erboso e i ceppi di vite in modo da ridurre la produzione e prevenire il pericolo di erosione del terreno.

IN CANTINA criomacerazione: abbassamento della temperatura fino 8° – 5° in modo da aumentare l’estrazione di sostanze aromatiche (36-48 ore);fermentazione a bassa temperatura: 12° – 14° nei bianchi, 16° – 20° nei rossi, in modo da preservare le sostanze aromatiche; lunghe macerazioni: contatto tra bucce e mosto, dai 20 giorni dei vini frizzanti ai 40 giorni delle riserve; affinamento in botte e in bottiglia.

Le etichette dell’artista lomellino Beppe Pasciutti sono ispirate a Miró: caratterizzate da tinte accese, rappresentano le disposizioni dei filari, le varie colorazioni dei grappoli d’uva e, nell’etichetta impiegata per il Metodo Classico, la vigna con il suo foliage.

L’azienda ha vigneti divisi in due aree: la prima in San Damiano Centro, a sinistra della chiesa, di natura calcareo-sabbiosa, con maggioranza di marna sabbiosa e risalente al Pliocene. Da questa zona si ricavano vini eleganti e corposi (il Soffio, il Cassino, il Bardughino, Al Negres). La seconda, sempre collocata in San Damiano ma a destra della chiesa, sconfina nei comuni Montù Beccaria e Santa Maria della Versa. Questa porzione si può considerare a tutti gli effetti una costola della Valle Versa; di era geologica più antica, l’Eocene, ha maggior presenza di argilla che dà meno potenza, meno tannini ma un’acidità e una finezza adatta per vini più freschi e intensi (Metodo Classico, riesling e il Beneficio). In vigna si pratica l’inerbimento spontaneo per aumentare la competizione tra erba e vite (minor produzione per ceppo) e per avere minore erosione del suolo. Non viene praticata nessuna concimazione: a tale scopo si ha unicamente l’utilizzo di vinaccia esausta di vini rossi, fonte di carbonio per la vite.

Alessio pratica il diradamento solo quando è necessario, come ad esempio lo è stato nella difficile annata 2014. Il sistema di allevamento è quasi tutto a Guyot con basso numero di gemme per avere una giusta superficie fogliare e migliore qualità. Bassa la produzione, in media 70 quintali per ettaro. Per il Metodo Classico si ha una resa uva/vino inferiore al 45%. Brandolini punta ora molto sul pinot nero, diversamente dal suo progetto iniziale di focalizzazione su Rosso Oltrepò, Buttafuoco e altri vini da vitigni autoctoni. Lo studio e l’esperienza, infatti, lo hanno piano piano avvicinato al grande vitigno borgognone, che pur non essendo autoctono del territorio, secondo alcuni ampelografi poteva già essere presente in Oltrepò con alcuni cloni (Pinolo, Pignolo gentile e Pignolo grappolato) già dal 1500.

Per quanto riguarda il Metodo Classico, Brandolini reputa importante la raccolta in cassetta, con la speranza che questa pratica presto venga codificata nel disciplinare, unitamente alla pressatura che non dovrebbe superare il 38% di resa per un bianco e 45% per un rosato. In questo modo si eviterebbe la rottura della buccia, il conseguente trasferimento di colore e la sensazione amara di tannini. La scelta del giovane vigneron è quella di utilizzare lieviti indigeni per la prima fermentazione, successivi bâtonnage per dare struttura, mosto d’uva per la presa di spuma, e infine un lievito selezionato a Épernay per la creazione del pied de cuve. Il Metodo Classico rimane sui lieviti per un minimo di minimo 36 mesi. Il remuage è effettuato in manuale, e non vi è utilizzo di chiarificanti.

ABBINAMENTI

Tartare di gamberi di Mazara, Paccheri all’astice, antipasti di mare.

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